motivazione sentenza civile

OMESSSA O INSUFIFCIENTE MOTIVAZIONE – DIFETTO ASSOLUTO O MOTIVAZIONE APPARENTE

Secondo la giurisprudenza della Suprema Corte di Cassazione il vizio di omessa o insufficiente motivazione, deducibile in sede di legittimità ai sensi dell’art. 360, comma 1, n. 5, cpc, sussiste se nel ragionamento del giudice di merito, quale risulta dalla sentenza, sia riscontrabile il mancato o deficiente esame di punti decisivi della controversia, non potendo invece consistere in un apprezzamento dei fatti e delle prove in senso difforme da quello preteso dalla parte (cfr, ex plurimis, Cass., SU, nn. 13045/1997; 5802/1998). Deve inoltre ritenersi che l’omesso esame di un fatto decisivo, previsto dal suddetto art. 360, comma 1, n. 5, cpc, è costituito da quel difetto di attività del giudice del merito che si verifica tutte le volte in cui egli abbia trascurato, non la deduzione o l’argomentazione che la parte ritiene rilevante per la sua tesi, ma una circostanza obiettiva acquisita alla causa tramite prova scritta od orale, idonea di per sé, qualora fosse stata presa in considerazione, a condurre con certezza ad una decisione diversa da quella adottata (cfr, ex plurimis, Cass., nn. 7000/1993; 914/1996; 2601/1998; 1203/2000; 13981/2004).

Il vizio di omessa motivazione ricorre invece, nella duplice manifestazione di difetto assoluto o di motivazione apparente, quando il giudice del merito omette di indicare, nel contenuto della sentenza, gli elementi da cui ha desunto il proprio convincimento ovvero, pur individuando questi elementi, non procede ad una loro approfondita disamina logico-giuridica, tale da lasciar trasparire il percorso argomentativo seguito (cfr, ex plurimis, Cass., nn. 2114/1995; 16762/2006).